venerdì 31 gennaio 2014

RUBY SPARKS

"Ruby Sparks è un gioiellino"! Con questa affermazione il "The Times", famosissimo giornale britannico conosciuto appunto in tutto il mondo, descrive questa pellicola... non posso che concordare, quando hanno ragione hanno ragione! Si tratta indubbiamente di uno dei film più belli che abbia visto nell'arco dell'anno conclusosi da poco. Una volta finita la visione del film, l'entusiasmo era così grande che la prima cosa che pensai fu quella di scriverci direttamente una mia opinione personale sul blog decantandolo come "Dio" comanda... in questo caso come comando "Io". Ho desistito dal farlo fino ad ora perché non volevo lasciare che le mie emozioni andassero ad eccedere durante la scrittura. Solitamente quando scrivo i miei articoli cerco sempre di trattenere le emozioni e di esternarle con non troppa incisione ( l'unica eccezione finora riguarda "Little Miss Sunshine" che guarda caso con "Ruby Sparks" ha in comune di avere la stessa coppia di registi e l'attore protagonista ) per non dare l'illusione a chi legge, che ciò che ho apprezzato possa essere davvero un capolavoro e poi rimanerne deluso non provando le mie stesse sensazioni. Perché voglio ricordare ( e se non ne ho accennato in passato lo dico ora) che per me non esiste l'oggettività ma la soggettività! Ciò che per me può essere un capolavoro per un altro può essere tranquillamente una merda! e così via a catena. Siamo come dico sempre tutti esseri viventi che condividono lo stesso cielo ma che pensano in modo diverso. Ed è giusto così! Ciononostante questa mia premessa, non posso evitare di lodare questo film perché ha distanza di settimane ne sono ancora entusiasta. 
Seconda opera dei coniugi "Jonathan Dayton e Valerie Faris" a distanza di sei anni da "Little Miss Sunshine", "Ruby Sparks" è la storia di Calvin ( se prima avevo una buona opinione di Paul Dano, dopo questa pellicola lo reputo essere davvero una delle giovani leve più promettenti del cinema indipendente americano ) giovane scrittore che dopo lo straordinario successo della sua prima opera, viene colpito dalla ricorrente maledizione del "blocco dello scrittore" ( qui ha tutta la mia solidarietà... anche se onestamente il mio più che blocco è voglia di non fare un cazzo XD ) Sotto consiglio del suo psicologo e complice uno strano sogno riguardante una presenza femminile, comincerà a scrivere la storia di una sua ipotetica ragazza immaginaria. La "Ruby Sparks" del titolo ( una dolcissima, incantevole e simpatica Zoe Kazan, tra l'altro è lei ad avere scritto la sceneggiatura di questo film ). La ragazza del suo sogno particolare, la stessa persona che si materializza dal nulla a casa sua ( ...ma che cazzo?! ) Allo spettatore non è dato sapere come succede questa cosa, se per magia, per desiderio, o per Dio solo sa cos'altro, l'unica cosa che possiamo intuire per conto nostro andando avanti nella visione del film è che l'immaginazione di Calvin è qualcosa di veramente "unico". Ruby esiste veramente, tutti possono vederla, conversarci e toccarla. Come al solito non dico oltre della trama perché in cuor mio spero sempre ( almeno per i film se non per i libri ) che una volta letto il mio articolo possiate dargli una possibilità andando a recuperarlo. Questo film rientra sicuramente nelle categorie "sentimentale,drammatico e commedia brillante". Il film a mio modesto parere funziona, i due attori sono credibilissimi e affiatati ( Paul Dano e Zoe Kazan tra l'altro sono legati sentimentalmente anche nella realtà da diversi anni ) Le musiche che fanno da cornice alla pellicola sono incredibili, esprimono impeccabilmente le sensazioni di stupore e meraviglia, anche di gioia e malinconia in tutte le scene che lo richiedono. L'incipt della storia forse non è dei più originali però posso assicurare che lo svilupparsi di tutto il resto non è assolutamente tutto scontato. Fa riflettere molto! Sul lato tecnico non mi pronuncio perché non sono un esperto ma personalmente quelli che io chiamo i "colori autunnali da pellicola" ( parlo della fotografia della pellicola stessa ) mi garbano non poco. Nel cast in ruoli secondari ci stanno pure attori famosi del calibro di Antonio Banderas, Annette Bening e Steve Coogan... gli altri non so chi siano per cui non li elenco ( spero non me ne vogliano ma non credo si inculeranno questo articolo )
Naturalmente questo film è passato in sordina nel nostro paese. Precisamente non so dire quante copie sono state distribuite nelle sale italiane, so solo che come al solito si preferisce dare spazio ai "blockbuster" anziche ha film che nel bene o nel male hanno qualcosa da dire, lanciare anche se piccolo un messaggio... invece dei soliti film per cui sono stati sborsati miliardi di dollari e di cui alla fine oltre alla morale non hanno manco un cazzo di contenuto...
Consigliato assolutamente a tutti!








lunedì 27 gennaio 2014

BARBIE DEVE MORIRE di GENEA

Tutti noi bazzicando qua e la nelle librerie, sicuramente più di una volta abbiamo finito col fare un incontro insolito con un libro che, vuoi per l'immagine di copertina particolare o semplicemente per il titolo singolare, ha finito con l'attirare la nostra attenzione suscitando in noi un interesse sviscerale per tale opera. Addirittura senza pensarci manco una volta comprandolo a scatola chiusa non curandoci se il libro in questione possa trattare davvero qualcosa che stuzzichi il nostro interesse. Insomma renderci conto se stiamo buttando i soldi nel cesso o no!

E ciò che successe fra me è questo "Barbie deve morire" di "Genea", edito dalla "Newton Compton Editori" nella categoria "Vertigo Black". Lo comprai qualche anno fa ( alla modica cifra che potete notare posto sulla copertina ) senza sapere a cosa andassi incontro. Solo due cose mi erano date sapere, che si trattasse di un thriller o giù di lì e, che l'autrice di questa opera, "Genea" fosse una ragazza molto "cool" ( ... ok di quest'ultima affermazione potete farne a meno... però è bella *:* ) Cominciai a leggerlo trovando interessante che fosse narrato dal punto di vista della stessa protagonista ( è risaputo che noi maschi non capiamo una sega di voi femmine, quindi nella mia ingenuità ogni volta che leggo un libro narrato da appunto una femmina, ho la presunzione di pensare di riuscire a capire sempre qualcosa di più sulle donne... grandissima cazzata ovviamente ). Nonostante trovassi questa cosa interessante, quest'opera non riuscì ad immergermi completamente nella sua essenza tante è vero che dopo poche pagine, circa una trentina lo accantonai ( in realtà persi completamente voglia di continuare a leggere perché ho la brutta abitudine di andare a sbirciare le ultime pagine per vedere il sommario ed involontariamente, lessi le ultime due pagine spoilerandomi il finale -.- la cosa triste è che questo errore mi è capitato più di una volta )
Solo recentemente sono andato a riesumare questo titolo compiendo finalmente la mia missione di leggerlo tutto ( anche perché ogni volta che abbandono un titolo la reputo essere una sconfitta e più importante, non ricordavo più come finisse quindi a maggior ragione dovevo riprenderlo ) Ammetto che rispetto alla prima volta, l'ho trovato molto scorrevole e coinvolgente ( si può finire di leggerlo in meno di due ore facendo anche altre cose contemporaneamente ) La storia narra di Delphine, la tipica ragazza ventenne insoddisfatta che odia il mondo e tutto ciò che lo abita ad eccezione di se stessa. Egoista fino al midollo che per come si pone e seguendo i suoi ragionamenti, non può che starti sulle palle fin dal primo momento della lettura. Si innamorerà anche se non lo ammetterà mai a se stessa e al lettore di Narciso, tipico ragazzo senza personalità e passivo che per lei farebbe di tutto. La strana coppia! L''incontro fra questi due sancirà una discesa sempre più lenta e feroce verso una spirale dalla quale non riusciranno ad uscire ( e nel caso qualcuno si chiedesse da cosa, non intendo droga ma "macabro" )
Metto i puntini sulle i, questa lettura non mi è piaciuta ( parlando per i miei gusti personali ovviamente, soltanto perché non sono riuscito ad apprezzarlo non significa per forza che sia un brutto libro ) o meglio l'ho ritenuta "inutile". Non ha una morale, i spunti riflessivi se possiamo definirli così, non hanno senso ma proprio perché ciò che passa per la testa di Delphine non è normale. Qualunque persona sana di mente svilupperebbe una certa antipatia nei confronti di questa ragazza. Più andavo avanti nella lettura e più cresceva in me il senso di sferrarle un calcio nel culo infilando la punta della scarpa facendogli grondare sangue pur di farla stare zitta e nel finale ho goduto davvero tanto quando finalmente... scusatemi mi sono lasciato trascinare dalle emozioni XD
E' anche vero che questo personaggio è nato proprio per essere odiato dal lettore, ha il compito di suscitare nei confronti di noi che leggiamo ribrezzo per tutte le situazioni che succedono e che verranno. L'autrice è riuscita abilmente nell'intento e bene o male nonostante l'odio per Delphine il lettore è spronato a continuare la lettura perché vuole capire che cazzo sta succedendo e come dicevo prima, è leggera e per nulla pesante.
Lo consiglio a chi piace leggere storie "singolari" che non abbiano senso, a gente che non ha troppe pretese e sopratutto a persone che mostrano interesse per la perversione umana. Essendo questa sempre senza fine, non finisce mai di sorprendere nonostante si pensa di avere visto o sentito già di tutto. Perversioni di esseri che non hanno un'anima la cui unica cosa bella pare essere solo uno aspetto esteriore... come la "Barbie"



sabato 18 gennaio 2014

MORTE MALINCONIA DEL BAMBINO OSTRICA di TIM BURTON

Lettura atipica quella di cui vi scrivo questa volta, sia di gusto che di interesse personale ovviamente. Non sono un appassionato di poesie o di saggi o di aforismi ( questi ultimi forse già un pochetto di più ) E' un mondo che francamente non mi appartiene non essendo io in grado di cogliere certe sfaccettature di quello che intendono comunicare e trasmettere tali opere ( possono sembrare banali ma le poesie sono molto più complesse di quanto ci si possa immaginare, anche perché ciascun essere vivente è in grado di dargli un significato diverso e per alcune tale denominazione acquisisce un senso sempre diverso dalla prima volta ) Il mio bagaglio culturale in fatto di poesia posso dichiarare tranquillamente essersi concluso una volta finite le scuole superiori. Eppure recentemente ho acquistato questo "Morte Malinconica del bambino Ostrica" edito dalla "Einaudi" nella categoria "Stile libero". Questo libro è una raccolta di poesie o ballate dir si voglia, accompagnate da una serie di illustrazioni infantili disegnate dallo stesso autore. Piccole storie sotto forma di filastrocche e rima che narrano di bambini "grotteschi" che sono tutto tranne che felici, segnati da un destino per nulla roseo. La malinconia fa da padrone in queste storie, la diversità, l'ignoranza delle persone e in questo caso degli adulti nei confronti di questi bambini presentatici più volte come essere strani, non umani, con malformazioni di ogni tipo. Tutti che andranno in contro al proprio destino e non possono evitarlo. Dal momento in cui sono venuti al mondo, sono già stati segnati. Le illustrazioni che permeano nel volume, descrivono follemente tutto il disagio e la diversità di queste creature, così diverse ma così umane nei loro atteggiamenti ingenui ed infantili, proprio perché sono dei bambini. Sentimenti e sensazioni narrate più e più volte dall'autore in quasi tutte le sue opere che per chi ancora non lo avesse capito o non ha letto il titolo del post, trattasi di "Tim Burton". Famoso regista Hollywoodiano che nel suo piccolo ha contribuito a creare delle perle in termini visivi e malinconia. "Edward Mani di forbice", "Il mistero di Sleepy Hollow"."The Nightmare Before Christmas" da cui quest'ultimo si può notare lo stile grottesco nel design dei personaggi ( in realtà questo film non venne diretto da lui ma da "Henry Selick", amico dello stesso Burton, però fu lui a creare il soggetto della storia e tutti i singoli personaggi e ambienti con le sue illustrazioni ) e tanti altri...
Confesso tranquillamente che questo libro l'ho comprato proprio perché è stato scritto da Burton ( se lo avesse scritto qualcun'altro che non fosse conosciuto a livello mediatico sicuramente lo avrei lasciato sullo scaffale a prendere polvere... anche se devo ammettere che come titolo forse avrebbe comunque suscitato il mio interesse ) Nonostante abbia visto più o meno tutti i suoi film, non mi ritengo essere un suo fan. Senza dubbio adoro i tre film che ho citato prima ed in particolare il primo, "Edward Mani di forbice" che con le storie di questo libro ha molti punti in comune. Il tema della malinconia e della diversità trattati fino alla nausea dal loro creatore.
Questo libro mi sento sinceramente di consigliarlo a tutti tranquillamente, anche perché trattandosi di un libro di poesie è molto breve e per nulla pesante ( sono molto chiare e semplici da capire ) I disegni grotteschi di Burton che personalmente mi piacciono, fanno da cornice a queste brevi storie come dicevo prima, sono carucci nella loro semplicità e danno quel tocco di libro per bambini che sono in grado di rendere leggero qualsiasi cosa. La tristezza di queste storie non dovrebbe essere una grande fonte di ostacolo. Perché nella loro drammaticità sono ironiche e qualche sorriso bene o male lo strappano. Un esempio lo abbiamo con la storia di "Testa di Melone" che potete leggere qui sotto

                         Testa di Melone


C'era una volta una cupa testa di melone, se ne stava seduto tutto il giorno pensando a come togliersi di torno.
E fu l'ultima cosa che pensò, poi una grande suola lo schiacciò.





Ammetto che come storia è molto bastarda e triste però quando la lessi una risata mi scappò dettata dallo stupore ed ironia dell'avvenimento ( e poi tale reazione l'ha riscontrata pure una mia amica a cui la feci leggere quindi non sono solo io lo stronzo insensibile U.U ) Inoltre l'edizione di cui io dispongo è provvista delle poesie anche in lingua madre verso le ultime pagine. Ed in un certo senso è pure interessante come cosa quella del confronto del prodotto originale con quello adattato nella nostra lingua. Tradotta tra l'altro dal fu "Nico Orengo", ( autore di poesie che personalmente non conoscevo proprio perché come dissi ad inizio recensione, i libri di questo genere non li considerò ) che per l'occasione reinterpretò interamente le poesie creando delle filastrocche che mantennero comunque il significato di quelle di Burton ( anche perché tradurre papale papale le poesie in un altra lingua senza adattarle nel modo giusto non avrebbero senso ) Insomma un'edizione più che discreta.