venerdì 25 settembre 2020

SEPTIMUS HEAP Volume 1 MAGYA di ANGIE SAGE

L'autunno fra le quattro stagioni è sempre stato la mia preferita in assoluto. Sarà perché sono nato in questo periodo dell'anno ormai trent'anni fa, sentendola più che affine a quelle che sono le mie "corde" personali. L'atmosfera stessa che si viene a creare, in netto contrasto con quella solare e calda estiva, in favore di una più spenta e tiepida. L'odore dell'erba bagnata accompagnata dalle foglie gialle e secche cadenti al parco col suono del vento malinconico a farne da tema, è una linfa vitale di peso per il mio estro creativo. Nel mio immaginario l'autunno è sempre stato associabile alla lettura in ogni sua forma. Quasi sicuramente perché la prima volta che presi in mano un libro con l'intenzione di leggerlo seriamente, fu un ottobre di più di venti anni fa. E nella fattispecie si trattava di un libro fantasy. Un genere letterario che col passare degli anni, continuo a ritenere essere quello che maggiormente preferisco in assoluto, insieme a questo periodo dell'anno. Forse perché mi permette di visitare ogni volta con l'immaginazione, mondi sempre più lontani da quello reale in cui viviamo, molto più drastico e irrecuperabile a dispetto di quelli che sono gli scenari inventati di sana pianta, in alcuni casi catastrofici e più sofferti di quello vero, ma mai invariabili. Anche l'elemento più piccolo può fare la differenza, cosa che qui nella realtà raggiunge connotazioni utopistiche. E la via di fuga a volte è necessaria, staccare la spina, possibilmente con una buona tazza di tisana calda, la fioca luce di una lampadina ad energia a costo zero e perché no, anche la comodità di un enorme cuscino su cui appoggiare la testa, per rendere più confortevole ed intima la lettura. Ed è con queste premesse che mi sono approcciato alla lettura di questo romanzo, mentre dalla finestra la prima pioggia autunnale scendeva lentamente, aiutandomi ad immergermi fin dal principio nel clima malinconico di un racconto che si apre nel modo più triste possibile. Ovvero con la morte prematura dell'ultimo figlio appena nato dei coniugi Sylas e Sarah Heap, maghi appartenenti all'ultima categoria di una società. Una società dove la magia è denominata nel mondo in cui vivono come "Magya", ( da qui il sottotitolo del primo libro ) un elemento ereditario appartenente a poche famiglie di cui l'esponente più dotato, se sotto la guida di un maestro col rango più alto di Magya denominato mago StraOrdinario, può assumerne l'eredità portando avanti la tradizione ciclicamente. E secondo una vecchia leggenda, il settimo figlio di un settimo figlio dotato di Magya, sarebbe in possesso del potere magyco più alto di sempre e dal destino incredibile. Tuttavia in questa storia il destino risulta essere beffardo poiché questa presunta figura è incarnata proprio dall'ultimo figlio degli Heap, Septimus, che con la sua morte prematura lascerà il vuoto all'interno della famiglia. Un vuoto che casualmente verrà colmato in parte lo stesso giorno con lo stranissimo ritrovamento nel bosco ad opera di Sylas, di una bambina ancora in fasce. Passeranno dieci anni da quell'avvenimento e il giorno del decimo compleanno della piccola Jenna, diventata a tutti gli effetti un membro della numerosa famiglia degli Heap, busserà prepotentemente alla porta il destino, dando così inizio ad una serie di eventi che andranno inevitabilmente ad intrecciare le vicende di più personaggi, compresi quelli più inaspettati. Sarò sincero, il libro non mi è piaciuto particolarmente. Non è brutto sia chiaro, è scorrevole, leggero, simpatico in alcuni frangenti, ispirato e narrato molto bene nonostante la storia di base non sia originalissima e riconducibile ad altre opere molto più conosciute, prima su tutte quella di Harry Potter, a cui questo libro porta diversi rimandi, come quello del bambino predestinato nonostante le premesse, il contesto e le condizioni siano differenti. Ma non per questo è privo di una sua identità. Solo che per quelli che sono i miei gusti strettamente personali, la lettura mi è risultata essere altalenante. Inizialmente ti coinvolge immergendoti in quelle che sono le sue atmosfere spiegandoti brevemente e in modo efficace quelle che sono le basi di quel mondo. Poi dopo una manciata di capitoli la storia scopre subito le sue carte decollando, come se fosse una fuoristrada e tu uno dei suoi passeggeri, senza darti però il modo d'indossare la cintura di sicurezza. Raggiungi a questo ritmo quasi duecento pagine di lettura in fretta e furia, come se stessi scappando da qualcosa o qualcuno. Tra l'altro è un curioso parallelismo con quello che succede in tutta quella prima parte, dove alcuni dei personaggi principali saranno costretti dagli eventi ad una fuga rocambolesca, raccontata minuziosamente in ogni dettaglio, anche quello più inutile. Non nascondo che mi sia piaciuta tantissima come cosa, mi ha fatto sentire coinvolto in modo più diretto. Poi però l'autrice, che in questo caso assume chiaramente il ruolo della persona alla guida del veicolo, decide di punto in bianco di rallentare la corsa premendo il freno a mano a tradimento e tu che sei sprovvisto della cintura di sicurezza, subisci il colpo sbalzando fuori dal veicolo. La botta è stata così forte che, se non sei abituato a simili sbalzi, difficilmente riesci a goderti il resto del viaggio con la nausea e il dolore in corso. E forse l'autrice stessa ne è consapevole, tanto è vero che tutta la parte centrale del romanzo è una lunghissima sosta, necessaria ai fini della storia per progredire ed evolversi ulteriormente. Ma tu continui a leggere con sofferenza perché ormai un certo pregiudizio si è instillato dentro di te impedendoti di goderti il resto della lettura/viaggio come dovrebbe essere, e non c'è nulla di più sbagliato di questo pensiero. Magari arrivi a destinazione e capisci di avere giudicato tutto male e di essere stato un cretino solo ad averlo pensato prima della sua conclusione... purtroppo non è stato il mio caso. Non mi è piaciuto affatto anche il trattamento "frettoloso" che ha riservato a parecchie delle sottotrame che nel corso della storia l'autrice è andata a scoprire, richiudendole alla fine superficialmente dopo che ad alcune di esse è andata addirittura a dedicare interi capitoli. Mi ha infastidito come cosa, perché dargli tutta questa importanza allora? Poi come se non bastasse quello che doveva essere il più grande colpo di scena dell'intera storia, si è rivelato essere "il segreto di Pulcinella". Gli elementi per capirlo l'autrice li aveva già messi sotto il naso del lettore nel corso della storia e in tempi poco sospetti, li rimarcava. Se leggi con attenzione è impossibile non arrivarci subito. Non dico di averlo capito fin dal principio però prima ancora di arrivare alla parte centrale del romanzo, sapevo già dove andasse a parare la cosa. In definitiva non credo che continuerò la lettura di questa saga. Dei sette volumi di cui è composta, solo quattro sono stati tradotti nel nostro paese dalla "Salani Editore", prima che la casa editrice decidesse d'interromperla definitivamente lasciandola incompleta. Suppongo sia successo per le scarse vendite ed interesse da parte dei lettori italiani, perché bazzicando qua e la su internet, oltre a non avere trovato molte informazioni in italiano sulla saga, ho scoperto che il quarto volume venne pubblicato nell'ormai lontano 2011, nove anni fa. Troppi per riprendere un franchise da dove è stato interrotto. Mentre per quanto riguarda i quattro già pubblicati, sono fuori catalogo ormai e reperibili solo usati su internet tramite qualche inserzione "Ebay" o su siti come quello del "Libraccio". La copia che possiedo è il fondo di magazzino che mi è stato regalato da un amico qualche tempo fa, se non fosse stato per lui difficilmente ne sarei entrato in possesso venendone a conoscenza. E comunque nonostante tutto, non posso fare a meno di ringraziare "Angie Sage". Perché nonostante non mi sia piaciuto particolarmente questo libro e mi abbia fatto, passatemi il termine, cagare, mi ha liberato da quel blocco che da tre/quattro anni a questa parte continuava ad attanagliarmi. Ovvero l'impossibilità di concludere una lettura e di riimmergermi dentro di essa con l'atmosfera autunnale che amo tanto, a farne da cornice.