martedì 20 maggio 2014

COMUNQUE VADA NON IMPORTA di ELEONORA C. CARUSO

Parlare di questo libro non mi è del tutto semplice. Dirvi che mi è piaciuto è troppo banale... io amo questo libro! L'ho amato alla follia durante tutta la lettura! Un colpo di fulmine fin dal primo momento che i miei occhi si posero sulla copertina durante la solita routine in "Feltrinelli". "Comunque vada non importa", solo dal titolo per me aveva già vinto tutto! Tra l'altro uno dei più belli che abbia mai visto impresso su una copertina. Il titolo che a prescindere mi spinse a comprare questo libro, così a scatola chiusa, senza sapere di cosa cazzo trattasse. Fregandomene altamente se l'argomento che avrebbe trattato mi sarebbe piaciuto o meno, nessuna aspettativa. Insomma nella mia testa pensai, come suggerivano le parole stesse che formavano il titolo del libro in esanime "Comunque vada non importa"... e da come avrete capito voi che state leggendo, è andata più che bene. "Eleonora C. Caruso" è riuscita a trasmettermi le riflessioni, i turbamenti e perché no, anche i momenti di follia di Darla ( la protagonista del romanzo ) con una sincerità così eccessiva che una volta finita la lettura ( troppo breve aggiungerei... un vaffanculo a me che sono stato avido durante la lettura dal non trattenermi dal finirla subito -.- ),  ho percepito il classico senso di vuoto e incompletezza che, inesorabilmente finisce col l'insediarsi dentro di me ogni volta che apprezzo e sopratutto mi "affeziono" ad un'opera ( l'ultimo caso era stato con il "Soffocare" di "Palanhiuk" ). Secondo me è impossibile non affezionarsi ed immedesimarsi nei vari personaggi che vivono all'interno del romanzo. Sono tutti veri! Nei loro pregi e difetti, non passano inosservati, nemmeno le comparse più stereotipate ( sempre secondo me ). La storia posso riassumerla in questo modo, parla di  una ventiduenne che ad un certo punto si trova ad affrontare il mondo, tutti quelli che la circondano e sopratutto se stessa. Non dico altro sulla trama perché come sempre non voglio rovinare o dare anticipazioni a chi fosse interessato all'acquisto del libro di turno, e questo lo consiglio altamente. Come romanzo d'esordio di questa giovane autrice ci sta tutto, scorrevole, linguaggio pungente e tagliente carico di sarcasmo, tanti spunti di riflessione e tanta voglia di spaccare il mondo dopo un lungo arresto dettato da catene, che il più delle volte si possono rompere con una facilità così disarmante, che una volta tolte non puoi fare a meno di sorridere e dirti ma come cazzo è possibile che io abbia avuto difficoltà nell'infrangere sta ciofeca? . In più, citazioni e riferimenti ad iosa di opere che hanno segnato la mia infanzia e adolescenza come "Ken il guerriero", tanto per citarne uno ( la cosa è stata graditissima... sempre per me XD )  
Come detto all'inizio di questa mia personale recensione, parlare di quest'opera non è facile, praticamente finora l'ho elogiato senza ritegno preso dall'enfasi dell'eccitazione. Sicuramente i suoi difetti li ha come tutte le cose, dato che la perfezione non esiste. Magari gli argomenti che tratta sicuramente non interesseranno a tutti, i personaggi che di sicuro sono piaciuti a me non avranno carisma per altri lettori, la storia potrebbe risultare scontata e banale per chi ha letto di tutto. Però bisogna considerare che è pur sempre un romanzo d'esordio, e come tale va giudicato nel modo più onesto possibile. E per quanto riguarda il sottoscritto, "Comunque vada non importa" è promosso! Mi ha talmente convinto, che di Eleonora C. Caruso sicuramente comprerò un eventuale secondo romanzo ( scrivilo ti prego XD ) 



venerdì 2 maggio 2014

HOOK CAPITAN UNCINO


Credo che tutti noi almeno una volta quando eravamo piccoli abbiamo pensato, " non voglio diventare un adulto, voglio restare bambino e giocare!". Se invece non è mai stato il vostro caso... allora non oso immaginare che infanzia tristissima possiate avere avuto ( sto scherzando naturalmente... o forse no? ). Ci fu un bambino che più di tutti non volle diventare adulto. Riuscì in questa folle impresa e passò alla storia con il nome di "Peter Pan". Seppur sia un personaggio letterario inventato dallo scrittore scozzese "James Matthew Barrie", l'ambientazione fantastica dell'isola che non c'è collegata ad un luogo realmente esistente come Londra, i pensieri tutt'altro che banali di un gruppo di ragazzini che hanno paura di crescere per le troppe responsabilità e la paura di non potersi più divertire, hanno indotto inconsciamente diverse generazioni di bambini a pensare che questo ragazzo esistesse veramente. I bambini delle ultime generazioni credo siano esenti da questa considerazione perché purtroppo con i tempi che corrono, complice l'ingenuità e la semplicità di cui sono sprovvisti dato che hanno a disposizione già tutto rinunciando a quella cosa che si chiama "fantasia", non vedono l'ora di diventare adulti e si atteggiano nei modi e nelle parole come se avessero già capito come stare al mondo ( il che è di una tristezza, non hanno manco incominciato a vivere e pretendono di avere già dei problemi esistenziali? ) Comunque, per tutta quella schiera di ragazzini che ci credevano, le avventure del bambino dell'isola che non c'è sono sempre state entusiasmanti. 
Non è un caso se all'opera di Barrie hanno dedicato numerose illustrazioni, fumetti, pupazzi, cartoni animati, parchi a tema e film. Di quest'ultima categoria intendo parlare prendendo in esanime una pellicola del 1991 diretta da "Steven Spielberg", ( non c'è bisogno che vi dica chi sia... o devo dirlo? ) per certi versi controversa e per altri forse la migliore dedicata al nostro protagonista, ( ok quest'ultima affermazione la penso esclusivamente io a meno che qualcun altro non confermi la mia tesi )

Sto parlando di "Hook Capitan Uncino", film che per come si pone, intende essere il seguito di quelle che furono le avventure del bambino in calzamaglia, facendo un salto avanti nel tempo ponendo una domanda che forse una piccola nicchia di bambini amanti dell'opera, si posero almeno una volta. Ma se Peter Pan abbandonasse l'isola che non c'è, diventasse grande e avrebbe una sua famiglia, come andrebbero le cose? Questo film prende spunto da questo quesito e nel suo cerca di darne una risposta, portando sullo schermo uno dei film più belli e soprattutto "magici" a cui assistetti da piccino. Una fiaba con la F maiuscola che prende vita attraverso la pellicola di Spielberg. 
Uno dei rarissimi casi in cui secondo il mio modesto parere, gli attori principali sono azzeccati nei ruoli proposti. Abbiamo "Dustin Hoffman" nel ruolo del crudele Capitan Giacomo Uncino, personaggio che tra l'altro da il nome al titolo della pellicola, essendo l'artefice che darà inizio alla storia vera e propria, protagonista di una sorta di storia parallela a quella principale incentrata invece su Peter Bunnig, l'ex pan e capo dei bimbi sperduti, ormai diventato adulto e padre di famiglia interpretato magnificamente da "Robin Williams" che, prima di dedicarsi a film impegnativi od in ruoli deprimenti, era un eterno bambino nel corpo di un adulto durante il suo periodo d'oro. L'empatia che i suoi personaggi si sviluppavano con i bambini erano impressionanti, quindi chi meglio di lui poteva interpretare il bambino per eccellenza una volta diventato adulto? ( se avete la risposta fatemela sapere in un commento ) Poi abbiamo "Julia Roberts" nei panni di Trilly/Campanellino, l'attrice reduce del successo di "Pretty Woman" era la più adatta a rappresentare il lato birbone e giocoso di una fatina in preda ai primi turbamenti adolescenziali e quant'altro ( chi ha visto il film, e sono sicuro tutti perché è impossibile nessuno lo abbia mai visto, sa a cosa mi riferisco ). Infine abbiamo Spugna, il primo ufficiale di Uncino interpretato da "Bob Hoskins", venuto a mancare purtroppo in questi giorni nel momento in cui sto scrivendo, in una interpretazione goliardica e scanzonata come quella che dovrebbe essere la vita di un pirata, intento alla sregolatezza dei piaceri e dell'alcol e di tutto ciò che l'avidità porta con se a braccetto. Poi vabbè in teoria ultimi ma non meno importanti tutti gli altri attori che ,compongono il cast dei personaggi secondari che popolano la pellicola. Abbiamo "Maggie Smith" nei panni di nonna Wendy, "Dante Basco" nel ruolo di Rufio ed una giovanissima "Gwyneth Paltrow" nel ruolo di Wendy da bambina... e altri cameo che ora non ricordo XD
Confrontare questo film con la moltitudine di prodotti simili usciti negli ultimi anni sarebbe una grossa stupidaggine. Il comparto tecnico come tutto il resto con il passare degli anni è invecchiato molto bene, nel suo si difende a spada tratta tutt'ora contro colossi del genere. A livello visivo è nettamente superiore al film di "Peter Pan" datato 2003, sebbene quest'ultimo sia fedele grosso modo al libro, infantile come giusto che fosse ma troppo per i miei gusti. Ecco la trama soprattutto è il vero fulcro di questo film. Adatta ad ogni tipo di età. Ha dalla sua una morale e degli spunti riflessivi che nonostante la banalità non sono mai scontati. Prima o poi si cresce e bisogna fare i conti con le proprie responsabilità, ogni sforzo è inutile non si può fuggire ad essa. Però non per quello bisogna dimenticarsi di essere giocosi e scherzosi come i bambini, il nostro lato fanciullesco è da covare con cura all'interno del nostro cuore e resuscitarlo ogni qual volta serva.  Un punto di collegamento troppo importante fra il mondo dei grandi e quello dei piccoli. Peter per quanto possa tenere ai suoi figli, ha dimenticato cosa significhi essere ingenuo, spensierato. Le piccole cose hanno finito col diventare insignificanti. Solo un confronto duro con se stesso lo porterà a ritrovare il "pensiero felice" andato perduto. Nelle vesti adulte non è diverso da Uncino, forse l'unico personaggio di tutto il film che nel suo subconscio vorrebbe avere quella fanciullezza andata perduta eoni prima... che per qualche scherzo beffardo del destino non ha mai potuto godere e che quindi non comprenderà mai, non essendo stato bambino. 
La colonna sonora di "Jhon Williams" è forse una delle più evocative che ti rimangono impresse nella testa anche a distanza di anni, si sposano perfettamente con le sequenze, dando vita a delle scene che per quanto i dialoghi possano brillare ed essere sublimi, senza quell'accompagnamento sonoro non avrebbe reso. Un esempio su tutti il saluto fra Peter e Trilly, la fine del sodalizio fra due compagni di viaggio che hanno vissuto i momenti migliori delle loro esistenze insieme... rimarranno i ricordi più profondi https://www.youtube.com/watch?v=AKHVlAJsY34. L'essenza stessa su cui poggia tutto il film.
Consigliato assolutamente a tutti se c'è ancora qualcuno di voi che non lo ha visto. Invece per chi lo conosce, lo invito a rivederlo e viverlo come la prima volta.